Abu Dhabi
I sogni a volte si realizzano e quindi capita di volare sino ad Abu Dhabi, partecipare ai Giochi Mondiali Special Olympics e portare in terra cuneese un bagaglio ricco di nuovi incontri, amicizie e soprattutto di sentimenti ed emozioni; tutto questo è successo a Paula Petrisor, atleta di ginnastica ritmica di Amico Sport, accompagnata nella terra degli emiri dal tecnico Elisabetta Dogliani.
Un pezzetto di Cuneo era quindi presente dall’ 8 al 22 marzo per questo importantissimo evento sportivo, dove in sette giorni di gare e in 24 discipline sportive, circa 7.000 atleti hanno reso onore al loro motto universale:
“ Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze”.
“ Sicuramente uno dei momenti più toccanti è stato il momento dell’entrata nello Stadio Zayed per la cerimonia di apertura; sfilare davanti a tutti quegli spettatori festanti, sentire un forte boato, l’emozione di sfilare con la nostra bandiera italiana, è qualcosa di davvero incredibile, lo ricorderò per sempre.”, ci raccontano le due cuneesi.
Un’esperienza di vita oltre che sportiva per la ventiquattrenne di Borgo San Dalmazzo che grazie alle sue prestazioni nella ginnastica ritmica ha contribuito a incrementare il bottino delle medaglie per la nostra nazionale; alla fine delle gare, l’Italia chiude con 21 ori, 41 argenti e 45 bronzi, mentre Paula arricchisce il suo importante palmares con un 7° posto nel concorso completo, un 4° al cerchio, un 5° al nastro e un 6° con palla e fune.
“ Un po’ di rammarico c’è perché la prestazione della nostra atleta è stata davvero soddisfacente, forse una delle sue migliori gare e quindi dopo la qualificazione è stata inserita in una batteria di altissimo livello e alla fine non è arrivato il podio che tanto sognavamo, ma va bene così. Il fatto che sia stata un’ esperienza unica e irripetibile non ce la può togliere nessuno.”, ribadisce il tecnico Dogliani.
La timidezza è solamente una maschera, dietro agli occhi profondi e al sorriso celato, Paula nasconde tutta la gioia e le emozioni che sono un atleta Special può provare, perché poter dire “IO C’ERO” è già una vittoria.
Fabio Dutto